Tra clandestini e nuovi poveri
Questo post, L’Italia che ci attende, è per molti aspetti intimamente legato a
quello che lo precede, Per non
dimenticare. Entrambi sono condensati in un breve video di 2-3 minuti, con
in più la presente breve introduzione esplicativa. Nel precedente post osservavo la
situazione dell’Italia tra la condizione dei parassiti clandestini (non ci bastavano i
nostri!), che ci prendono in giro raccontandoci di essere in fuga da
fantomatiche guerre, e quella dei nostri fratelli terremotati. Nel presente post
osservo sempre la situazione dell’Italia tra la condizione dei parassiti di cui
sopra e quella dei nostri fratelli nuovi poveri, che purtroppo tendono a
diventare sempre più numerosi.
Ho avuto qualche esitazione nella
scelta del titolo del post odierno e voglio precisare che L’Italia che ci attende non è solo quella del domani, del futuro,
ma è anche quella di oggi, quella che ci attende e che possiamo osservare
dietro l’angolo, se solo abbiamo la voglia di vedere e di capire.
Un’ultima precisazione voglio fare in
merito alla sequenza di post che negli ultimi tempi ho dedicato e che intendo
continuare a dedicare al problema dei clandestini. Ho già detto tante volte che
questo è il primo problema dell’Italia di oggi e tante altre volte ho aggiunto
che le parole non bastano più. E’ vero: le parole non bastano più ed è ora di
passare ai fatti. Perché un governo, che ha dichiarato una sorta di guerra al
popolo italiano, determinandone in maniera scientifica e programmata il declino
e la conseguente scomparsa finale, non merita di esistere.
[Cliccare sul breve video seguente]
L'Italia che ci attende
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L'Italia che ci attende
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