Una favola moderna
C'era
una volta a Crotone un popolo che non apprezzava la musica, né aveva
voglia di conoscerla e di apprezzarla. Del che, giustamente, ebbe a
preoccuparsi la giunta comunale del tempo, quella del Sindaco Senatore
per intenderci, che trovò il modo di occuparsi del problema con
la seria intenzione di risolverlo una volta per sempre. Ci furono approfondite
discussioni e alla fine, con l'ausilio dei tecnici del Comune del settore
Lavori Pubblici, anch'essi apprezzati melomani, il rimedio fu trovato. Se gli
abitanti di Crotone fossero stati costretti a seguire un corso di Educazione
Musicale, certamente ci sarebbe stata una rivolta, o, nel migliore dei casi,
una reazione di rigetto che avrebbe vanificato ogni sforzo. A parte il fatto
che comunque, in democrazia, certe cose non si possono imporre: ognuno è libero
di ignorare i diesis e i bemolle oppure decidere che Jovanotti è il più grande
musico mai apparso sulla faccia della terra. No, non era questo il sistema
migliore. La musica bisognava sì insegnarla, ma surrettiziamente, facendo finta
che si facesse altro. Fu deciso quindi che l' Educazione Musicale sarebbe stata
impartita prioritariamente a quegli zoticoni che abitano sul Lungomare e che
l'inizio del corso sarebbe coinciso con il ben noto rifacimento del tratto
riguardante l'intero Viale Gramsci, avvenuto circa 10 anni fa. I Direttori dei
lavori non furono scelti con criteri clientelari, ma con criteri rigidamente
musicali: furono scelti in primo luogo quelli che dimostravano di avere
cognizioni musicali sull'uso delle percussioni o delle batterie e, in mancanza,
l'incarico fu affidato a persone che potessero dimostrare di essere sordi come
una campana, in modo che non avvertissero il fastidio di suoni o rumori di
alcun tipo. Così finalmente i lavori iniziarono e "finirono" (?), con
qualche contrattempo, con qualche rifacimento, con qualche problema, ma
"finirono" e tutti oggi possono ammirarne, ed anche ascoltarne, le
piacevolezze.
Dico
"ascoltarne" non casualmente, perché il Lungomare di Crotone avrà sì
qualche difetto, ma ha anche un grosso merito. Ebbene sì, diciamolo pure, il
Lungomare di Crotone, come La pioggia nel pineto di dannunziana memoria,
è anche una grande sinfonia di suoni.
Non so
se qualcuno ha notato quel bianco asse centrale destinato alla raccolta delle
acque piovane e su cui insistono numerose, piccole grate in ferro. Bene, quasi
tutte queste grate non combaciano bene con la base sottostante e, al passare
delle auto, sono fonte di suoni celestiali al cui paragone Mozart appare come
un miserabile dilettante. Né qualche malevolo pensi che il tutto sia da
addebitarsi all'imperizia del fabbro ferraio che ha costruito le grate. Niente
di tutto questo: la cosa è stata scientificamente studiata, fortemente voluta
da progettisti, committenti, imprese esecutrici, direttori dei lavori, che
tutti insieme si sono adoperati al fine di completare quell'Educazione Musicale
di cui si parlava all'inizio.
A ciò
bisogna aggiungere il fatto che della primitiva pavimentazione, almeno nella
sua parte centrale, a distanza di soli pochi anni è rimasto ben poco e quel
poco, dissestato e rattoppato alla meglio, al passaggio di ogni auto accarezza
le orecchie e solletica le velleità musicali dei passanti con l’emanazione di
suoni flautati e di accordi celestiali. Ma soprattutto, con un successivo
rifacimento ( a gloria imperitura del Sindaco Vallone) è stata creata ogni due
metri una sorta di linea divisoria a mattoni, che provoca un effetto identico a
quello delle bande sonore (mai nome fu più appropriato), o piccoli dossi,
utilizzati in altri contesti. L’effetto musicale è fantastico: 24 ore su 24 chi
abita in viale Gramsci ha la possibilità di ascoltare un concerto, che al
paragone una sinfonia di Beethoven è roba per sprovveduti.
Qualcuno
si chiederà: "Ma lo scopo almeno è stato raggiunto?" Sento di poter
rispondere di sì. Io, ad esempio, ho la fortuna di poter ascoltare dal mio
soggiorno una grata che, ogni dieci secondi, mi rimanda all'orecchio le quattro
note, drammatiche, solenni e maestose con cui Beethoven inizia il primo
movimento della Quinta Sinfonia. Confesso che, ogni volta che ascolto
quel cupo tu-tu-tu-tu, il mio pensiero si libra nell'aria sull'ali dorate,
supera palazzi, clivi e colli, si dirige verso Piazza della Resistenza, entra
nel Municipio e rivolge un sentito e commosso grazie alla memoria e/o al
ricordo di tutti coloro che hanno voluto rinverdire le mie conoscenze musicali,
che rischiavano di appannarsi. Poi ti capita di sentire il tonfo di un mattone
che, pizzicato dal passaggio di un’auto, si libra nell’aria, volteggia e ricade
con un lamento che sembra ricordare un accordo di Paganini. E non è finita!
Passeggi lungo Viale Gramsci, entri in un bar e senti la gente che discute, si
appassiona e litiga, non più sul Milan e sulla Juventus, ma sui concerti, le
sonate, le sinfonie, i melodrammi. Mi è capitato l'altro giorno di ascoltare
un signore che si dichiarava felice di poter ascoltare dalla grata di fronte
casa sua la Sarabanda di Händel, mentre altri due signori stavano
venendo alle mani perché il primo vantava una presunta superiorità del Minuetto
di Boccherini, emesso dalla sua grata, rispetto al Gloria di
Vivaldi, vantato dal secondo.
Il mondo
va per il meglio. Ci saranno pure tanti problemi nella vita, ma la cultura
musicale è in piena fioritura. Certo, sarebbe bello se i responsabili ci
offrissero, oltre alla musica, anche qualche balletto, magari con qualche
personaggio politico locale impegnato ad esibirsi sul Lungomare per la delizia
dei passanti, ma, via, non si può avere tutto dalla vita. Accontentiamoci!
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