Che cosa non si fa per un vecchio amico!
Il
giorno 15 luglio 2016 ha esalato l’ultimo respiro un vecchio compagno delle mie
serate: un televisore a cristalli liquidi, uno dei primi fabbricati circa 15
anni fa e che ha deciso di lasciare questo mondo per passare nel mondo dei più.
Da
quando ho imparato parole nuove come TV al plasma o TV LCD, so che questi sono
restii ad ogni intervento medico (costa di più ripararli che comprarli nuovi) e
perciò, deposta ogni pretesa di riportarlo in vita, ho pensato subito a come
approntargli un bel funerale.
Contavo
di portarlo al cimitero degli oggetti ingombranti, presso l’ isola
ecologica posta nelle vicinanze del rione Gesù, ma l’ho trovata chiusa ed in
evidente stato di abbandono (vedi foto in alto). Ho poi saputo che è già chiusa
da qualche mese, che ogni tanto qualcuno vi accende una pira come nei funerali della religione Indù e che,
dopo una ripulita generale operata dal nuovo Sindaco nei primi giorni della sua
amministrazione, nessuno se n’è più interessato.
Ho
chiesto quindi in giro ad un “becchino”, che portava un berretto con la scritta
AKREA. Preciso, per i pochi che non dovessero saperlo, che AKREA è la
sopravvissuta tra le due società di pompe funebri per rifiuti solidi urbani della nostra città.
L’altra era AKROS, ma è fallita qualche mese fa. AKREA ancora resiste. Sento
già l’obiezione: due aziende? Ma non ne bastava una? Forse bastava per i
rifiuti, ma non per le assunzioni che bisognava fare. Faccio inoltre presente
che per questo servizio il sottoscritto ha stipulato una polizza a vita, con
scadenza annuale di circa 500 Euro, cioè un milioncino delle nostre rimpiante
ed amate vecchie lire.
Comunque
(riprendo il racconto) il becchino di cui sopra mi ha risposto che lui era
addetto solo alle pompe funebri dei rifiuti di piccole dimensioni, mentre per
il funerale di un televisore da 39 pollici era il caso che io mi rivolgessi direttamente
alla direzione.
Ho
telefonato alla società AKREA e, dopo vari tentativi, un bel giorno mi ha
risposto una gentile signora. La quale gentile signora mi ha preliminarmente
chiesto l’età e le dimensioni del “defunto” e, alle mie precisazioni, ha
concluso che lo stesso era in possesso dei requisiti richiesti, ma che al
momento, per motivi tecnici non meglio precisati, il funerale era di difficile
o impossibile attuazione. Mi ha invitato in modo vago a richiamare più in là
nel tempo ed io sono rimasto con la rabbia in corpo e con il morto in casa.
Ma
non ho disperato. Ho pensato che al mondo deve pur esserci qualche persona
gentile disposta a prendersi cura dei defunti. Ho accompagnato il mio vecchio
amico in auto e l’ho deposto in placido abbandono sul sedile posteriore. Quando
giro per la città in auto, sto sempre attento a vedere se per caso qualche
carro funebre volante, o di passaggio, è disposto a prendersene cura, a
rimorchiare il mio vecchio amico trapassato e a dargli onorata sepoltura. Non
ne ho trovati finora. In compenso ho scoperto
in vari punti della città decorosi cimiteri, ordinati e lindi, ove
riposano per l’eternità defunti di ogni stazza e di ogni specie (televisori,
frigoriferi, reti, materassi, mobiletti).
Intanto
però il mio vecchio televisore è sempre lì, sul sedile posteriore della mia auto.
Non parla, non protesta, sta sempre, in dignitoso silenzio, ad aspettare il suo
turno. Ogni tanto mi giro verso di lui e lo saluto con un po’ di dolcezza e di
malinconia.
L’altro
giorno mi è accaduto pure un fatto strano. Ho dovuto frenare in modo brusco ed
il televisore ha battuto con violenza al sedile anteriore. Avrò battuto pure io
la testa da qualche parte, perché improvvisamente ho avuto l’impressione di sentire una voce,
dal chiaro accento fiorentino, che proveniva dal retro e diceva che “al prossimo
referendum l’è necessario votare sì. Ovvia!”. Nello stordimento ho pensato:
“Vuoi vedere che questo qui, dopo aver fatto il miracolo di salvare l’Italia in
soli due anni, adesso fa pure il miracolo di resuscitare i morti?”.
Mi
sono istintivamente girato ed il televisore era lì, con uno spigolo chiaramente
ammaccato, ma sempre al suo posto, inerte e muto come prima. Gli ho detto di avere
pazienza, gli ho piegato che i tempi sono difficili e che i cimiteri sono
stracolmi e intasati. Gli ho fatto capire che in fondo ci teniamo ancora
compagnia come ai bei tempi e che, quando sarà giunto il momento straziante e
definitivo dell’addio, certamente mi commuoverò un pochino e una lacrimuccia
furtiva spunterà dalle mie ciglia.
Nel
frattempo alla radio, che si era improvvisamente ed inspiegabilmente accesa, un
comico continuava ad imitare il nostro Matteo.
Sei veramente spassoso !
RispondiEliminaConsolati che tutto il mondo (italiano) è paese e in ogni città piccola o grande ci sono le AKREE che non vengono mai a ritirare i rifiuti