Io disprezzo
Ho
letto anche io l’editoriale di Libero
del 27 luglio scorso, Io odio l’Islam (leggi
qui),
in cui Filippo Facci dice chiaramente quello che molti pensano e non dicono per
quieto vivere, per assuefazione, per stanchezza e quasi sempre con un po’ di
viltà. Concordo con molti dei suoi giudizi ed ho una sola riserva sull’uso
della parola “odio”, perché l’odio si riserva a ciò che non solo è male ma ha
anche una sua implicita, tragica grandezza, dal momento che c’è una grandezza
anche nell’operare il male. E da questo punto di vista pochi momenti e pochi personaggi
storici possono meritare l’odio: ci metto Hitler ed il nazismo, Stalin ed il
comunismo sovietico, Robespierre ed il terrore giacobino e poco altro. Ma come
si fa ad odiare l’Islam? Quell’Islam che ci sta sommergendo con la sua
invasione ed è arrivato dove è arrivato solo grazie alla complicità ed alla
viltà dell’Occidente? Ecco, per quanto mi riguarda, più che odio io avverto
disprezzo per l’Islam e per tutto ciò che esso rappresenta.
- Io disprezzo Maometto,
falso profeta, assassino e pedofilo. Decapitò personalmente con la spada
600-900 uomini e ragazzini ebrei disarmati e tra le sue nove mogli una, Aisha, aveva
solo nove anni.
- Io disprezzo il Corano,
il libro sacro dell’islam, dove, in mezzo ad alcune, poche idee accettabili,
sono riportate tante idee discutibili, inaccettabili, rivoltanti e stomachevoli
sui seguaci delle altre religioni, sulla donna, sulla concezione generale della
vita, sull’aldilà, dove sono in attesa 72 vergini per chi è degno del paradiso.
- Io disprezzo la loro poligamia,
con la possibilità, concessa ad ogni musulmano, di avere fino a quattro mogli
contemporaneamente tra le quali scegliere, notte per notte, quella più
disponibile.
- Io disprezzo la loro
concezione del fidanzamento e del matrimonio, nel quale la moglie è considerata
un oggetto, viene comprata dal marito e l’unità di misura per l’acquisto è il
cammello. Una donna che vale molto può essere comprata con non meno di 50
cammelli.
- Io disprezzo il loro
codice penale, la sharia, ispirato ai dettami del Corano, che prevede la
condanna a morte per un’infinità di reati, tra cui l’omosessualità, la
conversione ad altra religione, la mancanza di rispetto nei confronti di Allah
e di Maometto.
- Io disprezzo la
teatralità delle loro pene, le scudisciate in pubblico, le decapitazioni, gli
sgozzamenti, le crocifissioni, le impiccagioni multiple nelle pubbliche piazze.
Chi fa queste cose appartiene veramente alla razza umana?
- Io disprezzo la loro
infingardaggine, per cui tutto avviene Inshallah, se Dio vuole, cosa che li
pone in uno stato di inerte rassegnazione e di oziosa attesa nei confronti
della vita.
- Io disprezzo le loro
moschee, tutte uguali in ogni parte del mondo e con nessuna raffigurazione
umana. L’unica forma di arte che vi è permessa è quella rappresentata dai
ghirigori, dai punti e dalle linee.
- Io disprezzo il loro modo
di pregare, con i deretani all’insù e l’aria tutt’intorno che viene spesso
ammorbata dagli effluvi intestinali.
- Io disprezzo la loro
incultura. Conoscono a memoria un solo libro, il Corano, e nel corso della loro
intera vita non leggono niente altro, o quasi. Si vantano spesso di avere avuto
due grandi filosofi, Avicenna ed Averroè, in realtà semplici esegeti e
traduttori di Aristotele, e di aver inventato lo zero. Contenti loro!
- Io disprezzo le loro
donne intabarrate in niqab, burka e chador. Si muovono come fantasmi nella
notte e si limitano a vivere respirando e movendo i piedi e le mani.
- Io disprezzo tutta quella
cianfrusaglia esposta sui loro banchetti e che essi riescono a vendere
dopo trattative defatiganti solo quando si
decidono a dimezzare il prezzo iniziale.
- Io disprezzo il loro cibo
disgustoso, soprattutto il kebab, preparato con la cucina halal, che prevede
infinite sofferenze per gli animali lasciati dissanguare con una morte lenta e
atroce.
- Io disprezzo le loro
barbe incolte, l’odore che emanano e la scarsa igiene, connaturata alla loro
secolare assuefazione al deserto, arido e quasi del tutto privo di acqua. Si
limitano a togliere le scarpe e a lavare i piedi quando entrano nella moschea.
- Io disprezzo la loro
capacità di simulare e giurare il falso, del resto considerata lecita e
giustificata dal Corano nei confronti degli infedeli, che poi siamo noi, i
Cristiani.
- Io disprezzo le loro
implorazioni nel momento in cui arrivano da noi e la loro immediata, successiva
tracotanza una volta che li abbiamo accolti e sistemati.
Io
li disprezzo per tutto ciò e mi rifiuto di integrarmi con chi professa questa
religione. Perché noi siamo Cristiani, eredi, sì, diciamolo con un grido, della
tradizione e della civiltà giudaico-cristiana-greco-romana e non possiamo
integrarci con questa barbarie.
E
ovviamente disprezzo anche quelli, tra di noi,
che dicono che dobbiamo accoglierli, che dobbiamo sostenerli, che
dobbiamo integrarli. Ma questo è un discorso ancora più grave e rivoltante, su
cui mi riservo di tornare.
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