Donald Trump è all’ordine del giorno: ogni
sua mossa, ogni sua decisione, ogni sua legge suscita un vespaio di
polemiche e di rimostranze a livello
planetario. Il fatto è che finora avevamo sempre conosciuto uomini politici che
in campagna elettorale sostenevano una tesi e poi facevano tutto il contrario
di quel che avevano detto o, nella migliore delle ipotesi, annacquavano, fino a
renderlo irriconoscibile, il loro programma elettorale. Così si è sempre fatto
e così eravamo abituati. Con Trump è diverso: lui sta attuando il suo
programma, quello che aveva sempre esposto, e lo sta attuando anche senza ritardi e senza ripensamenti.
Ah, ma così non si fa, dicono le anime
belle; e questo decisionismo di Trump suscita sconcerto. Né vale dire che in
fondo le decisioni di Trump ricalcano o sono il compimento di leggi già avviate
dai suoi predecessori. Ad esempio, il famoso muro al confine col Messico: Trump
l’ha sbandierato, ma il muro l’ha già costruito Bill Clinton nel 1994 e lui
intende solo completarlo. O il blocco di ingressi per quattro mesi per i
cittadini di sette paesi musulmani in odore di terrorismo: Trump non ha fatto
altro che riprendere un’iniziativa già attuata da Obama che nel 2011 bloccò
l’ingresso negli USA a tutti gli Iracheni per sei mesi, non per quattro. E Bill
Clinton, quando era Presidente, faceva contro i clandestini discorsi e
dichiarazioni che al confronto Trump sembra un dirigente della Caritas.
Allora nessuno protestò, invece quelli che
allora approvarono quelle norme oggi protestano. Perché? Già, perché? Bella
domanda. Comunque la risposta è semplice: perché le leggi, le direttive, le
decisioni, nei tempi calamitosi che stiamo vivendo, non hanno un valore
assoluto, ma hanno valore e sono più o meno accettabili a seconda dei tempi,
dei luoghi in cui vedono la luce e soprattutto a seconda di chi le attua. Le
fanno Clinton ed Obama? Vanno bene. Le fa Trump? Vanno male, a prescindere,
anche senza entrare nel merito, anche senza discutere, e vanno male già prima
che vengano attuate. Così va il mondo, oggi, anno di grazia 2017 dopo la
nascita di Cristo.
Ma vogliamo entrare un po’ nel merito di
questi provvedimenti contestati? E’ vero o non è vero che le ondate migratorie
stanno costando molto all’Occidente, non solo per la spesa che comportano, ma
anche, e soprattutto, per il decadimento della qualità della vita che esse
provocano? Basta guardarsi un po’ attorno e stare attenti a quello che succede,
anche là dove meno te lo aspetteresti. Lascio da parte la prostituzione
dilagante e sfacciata, i furti, gli scippi, le rapine, le occupazioni abusive,
il commercio abusivo, i posteggiatori abusivi, gli elemosinanti infiniti, gli
appartamenti svaligiati, lo spaccio di droga all’aria aperta, le isole di
completa illegalità, la ferocia bestiale delle bande di immigrati nei confronti
di quelli che cercano di difendersi, l’assenza di freni inibitori, le molestie e gli stupri o tentati stupri, l’impotenza
delle forze dell’ordine: tutte cose che ormai fanno del nostro povero,
sfortunato e sgangherato paese anche un paese allo sbando e, io penso,
irrecuperabile ad un ordinato vivere civile. Ma, a voler fare solo un esempio,
avete mai provato ad entrare in un Pronto soccorso di un qualunque ospedale
italiano? Già la Sanità italiana era uno schifo per mancanza di risorse, ma con
l’immigrazione clandestina ormai è del tutto fuori controllo. In qualunque
Pronto Soccorso parcheggiano tanti immigrati, facilmente identificabili anche
perché spesso hanno come accompagnatore un incaricato di una delle coop che li hanno
in gestione. Curiosi poi questi accompagnatori che spesso hanno un
atteggiamento dimesso e sembrano voler dire: scusateci, lo facciamo solo per
guadagnarci da vivere. Bene. Questi immigrati sono spesso insofferenti, pronti
alla protesta e al tumulto, hanno atteggiamenti intimidatori nei confronti di
tutti e rendono invivibili le sale d’attesa sempre più simili a delle bolge
dantesche. E si può criticare un uomo politico che cerca di porre un freno al
dilagare di questa sconcia barbarie e cerca di controllare, di regolamentare,
se non di bloccare l’ingresso dei clandestini?
E poi c’è il blocco degli ingressi per
qualche mese. Ma fa tanto schifo una decisione del genere? A me fanno schifo le
proteste, non il blocco. Vogliamo
convincerci che ormai è in atto una guerra, a volte strisciante, a volte
aperta, tra l’Islam e l’Occidente e che in guerra bisogna essere pronti a prendere decisioni drastiche, anche se spiacevoli? Certo
che non tutti i musulmani sono terroristi! Ma nel 1941, quando dopo Pearl Harbor
gli Usa entrarono in guerra contro Germania, Italia e Giappone, l’allora
presidente Roosevelt creò campi di concentramento in cui furono rinchiusi
moltissimi americani originari di quei paesi. Erano tutti nazisti, fascisti e
militaristi? No di certo, ma bisognò fare così e gli USA vinsero la guerra,
perché vollero vincerla e non esitarono di fronte a niente. Trump vuole vincere
la guerra contro il terrorismo islamico e fa quello che deve fare. E spero che
la vinca questa guerra, non solo per gli USA, ma anche per noi e per tutto
l’Occidente, dal momento che i nostri uomini politici al massimo possono essere
considerati delle macchiette.
Io non guardo a Trump con particolare
entusiasmo e so bene che il suo compito è molto difficile, ma voglio almeno
accordargli il beneficio dell’inventario e stare a vedere quello che farà e
come andrà a finire. Il fatto è che non tutti sono disposti ad accordargli
questo beneficio e sono contro di lui per partito preso ed a prescindere, sol
perché è Trump e non si concilia con la loro visione del mondo.
E’ una storia ormai vecchia. Oggi le
divisioni in politica non corrispondono più alle vecchie contrapposizioni
ideologiche. Oggi in Occidente esistono due blocchi: uno è formato dai potenti,
dalla borghesia danarosa, dalla gente che si potrebbe definire fortunata, dalle
persone in vista, che hanno successo, insomma da quelli che contano e sono
tutti contro Trump (ed erano per Hillary Clinton); l’altro è formato dalla
classe operaia, dalla borghesia impoverita, dai disoccupati, dalle famiglie
modeste, da quelli che vivono in difficoltà, dai nuovi poveri, in una parola da
quelli che non contano un tubo e sono tutti dalla parte di Trump.
E’ una lotta decisiva, drammatica e per
alcuni aspetti all’ultimo sangue. Io spero che vincano i secondi, non solo per
motivi di appartenenza, ma anche per un altro motivo. Perché questi ultimi una
volta almeno potevano sperare in un compenso nell’altra vita, ma, da quando
Jorge Bergoglio ha lasciato chiaramente intendere
che quella della vita eterna è una bufala e che tutto si gioca in questa vita,
beh, che almeno essi possano giocare e vincere la partita, o almeno possano
tentare di vincerla.
Staremo a vedere.
Ezio Scaramuzzino
A me Donald Trump invece piace, mi sembra la storia di Reagan che si ripete. E' laureato in Economia, è stato un ottimo imprenditore penso che abbia ottime idee per l'America, sempre che non gli facciano qualche impeachment per un qualsiasi motivo, i "democratici" di tutto il mondo sanno come tagliare le gambe agli avversari, o non lo uccidano prima
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