Papa
Bergoglio ha affermato che le televisioni dei giorni nostri preferiscono
orientarsi verso le cose brutte, perché queste non annoiano come le cose belle.
Il che - a ben considerare - è dato riscontrare in non pochi degli odierni programmi
televisivi, qualcuno dei quali come, per fare un esempio, “Undressed”, appare
tanto bizzarro quanto assurdo: in ogni sua puntata un uomo e una donna,
sconosciuti l’uno all’altra, si spogliano e si mettono a letto, per capire
nell’arco di una mezz’ora se fra loro scocca l’amore. Nemmeno “Grande fratello”
era riuscito a banalizzare in questi termini la delicatissima e complessa fase dell’innamoramento,
riducendo il fattore-attrazione tutto alla mera sfera fisico-sessuale. È
proprio il caso di ritenere che oggi si viva in un nuovo medioevo, in cui regna
ormai sovrana la confusione e si è perso ogni riferimento etico.
Ma la bruttezza di cui parla Papa
Francesco è arrivata a diffondersi persino nei telegiornali, non pochi dei
quali, pur di attrarre un quanto più elevato numero di spettatori, finiscono
con l’assecondare la più becera forma di curiosità, mettendo in prima pagina,
ovvero dandole come prime notizie, quelle che riguardano i fatti più efferati
di cronaca nera. E, per sollecitare la morbosa curiosità di coloro che
risultano più appassionati a tale genere di notizie, sono nati degli appositi
programmi, in cui il fattaccio è setacciato da ogni punto di vista come in
un’aula di tribunale. Proprio in questi giorni è intervenuto il notissimo
personaggio dello spettacolo Fiorello, il quale molto giustamente si è
lamentato di siffatte trasmissioni televisive che vanno a snocciolare i più
gravi episodi di cronaca nera, oltretutto in orario pomeridiano. Detti
programmi, indubbiamente, sono figli della selvaggia concorrenza che tra una
rete televisiva e l’altra è venuta a scatenarsi dalla nascita delle tv
commerciali in poi.
Anche “Uomini e donne”, che va avanti ormai da
20 anni e che risulta devastante sotto il profilo (dis)educativo nei confronti
delle nuove generazioni, non fosse per altro che per il fatto che inculca in
esse l’idea che nel rapporto amoroso ciò che più conta sia la bellezza fisica,
rigidamente intesa secondo i canoni impersonati dai protagonisti della
trasmissione, quasi tutti palestrati e tatuati, va in onda in orario
pomeridiano, così da intercettare soggetti molto giovani e, per lo più, di
sesso femminile, notoriamente più sensibili a trasmissioni di questo tipo. Quanto
possano importare gli effetti assolutamente negativi di questa trasmissione
alla sua nota conduttrice, Maria De Filippi, il cui stare continuamente seduta su
una scala in atteggiamento sornione bene simboleggia l’estrema pochezza del suo
ruolo, o alla rete televisiva che da anni ormai la propone al pubblico dei
giovanissimi, non si fa alcuna fatica a comprendere.
Una sorte non migliore è toccata alla politica
nel trattamento che della stessa è fatto dalle odierne televisioni, le quali,
oltre che dedicarle uno spazio di gran lunga maggiore rispetto al più o meno
lontano passato, ne offrono un’immagine non certo esaltante e tale da alimentare
non poco il disinteresse già provato dai più verso la politica. Il format
televisivo più in voga, per quanto riguarda la politica, è, come è noto, quello
del talk show, presente in quasi ogni principale canale e la cui formula
prevalente si basa non tanto sulla funzione informativa, ovvero
sull’approfondimento analitico, quanto invece sulla spettacolarizzazione, nel
senso che un politico, diciamo così di parte governativa, viene contrapposto ad
un altro appartenente ad un partito di opposizione. Quanto più aspri nel corso
della trasmissione si fanno i toni tra l’una e l’altra parte, tanto più si
eleva il grado di spettacolarizzazione della trasmissione. Se si sconfina, poi,
nella rissa vera e propria e volano parole forti e ingiuriose, vola anche lo
share, ovvero l’indice di ascolto.
Le prime volte assistere ad una bella litigata,
basata tutta su parolacce ed offese personali, può anche divertire un po’; a
lungo andare, tuttavia, lo spettatore meno sprovveduto finisce con lo stancarsi,
considerato oltretutto che gli ospiti, spostandosi da un talk show all’altro, sono
quasi sempre i soliti e che, gira e rigira, ripetono sempre le stesse cose. Forse non tutti sanno che prendere parte ad
un talk show dà diritto ad un gettone di presenza che varia tra i 1000 e i 2000
euro, per cui, i giornalisti che vi partecipano intascano belle sommette, che
vanno ad aggiungersi a quanto già guadagnano attraverso il lavoro ordinario.
Nel caso dei politici, le ospitate tv consentono un guadagno in termini di
visibilità e di consenso: il caso più emblematico in tal senso è quello di
Meloni, Salvini, Di Maio, Di Battista, ecc. i quali devono la loro grande
popolarità proprio alle fittissime e quasi quotidiane ospitate televisive,
oltre che alle abilità comunicative, basate su un linguaggio dalle tinte forti,
talvolta volgare, che si pone in perfetta sintonia con gli istinti e la pancia
della gente meno pretenziosa e più semplice che mai. A qualcuno come Renzi, che
ha davvero esagerato in fatto di presenzialismo televisivo, è capitato
l’effetto contrario, nel senso che ha suscitato verso di sé ampia antipatia e una
reazione di vero e proprio rifiuto.
Va fatto, infine, un riferimento a “Dalla
vostra parte”, che si può tranquillamente definire una vera e propria “macchina
da guerra”, dal momento che il suo scopo principale sembra essere quello di
diffondere paura, allarmismo, intolleranza religiosa, rabbia, sfiducia nelle
istituzioni, razzismo e quant’altro. Nel corso della trasmissione ci si collega
con quella che impropriamente è chiamata piazza, ma effettivamente trattasi più
o meno di “quattro gatti”, tutti casualmente dello stesso orientamento politico
e di pensiero; e tra i suoi ospiti quasi stabilmente presenti figurano alcuni
degli esponenti più “duri” della Lega Nord, come Marcato, o di Forza Italia, come
Santanchè. In un paese “normale” programmi simili verrebbero fatti chiudere già
dopo poche puntate, ma il sistema televisivo italiano, che al suo interno ha
ormai da più decenni un’anomalia grande quanto una casa, non consente purtroppo
un provvedimento del genere.
Franco Federico
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